Il ruolo degli omega-3 nella protezione solare

La maggior parte delle persone lo sa: una scottatura da sole durante le vacanze estive non è affatto piacevole e, talvolta, può durare per diversi giorni. Sebbene i raggi solari esercitino importanti funzioni per il corpo umano, possono essere anche dannosi nel caso di un’esposizione al sole eccessiva e troppo frequente. Nel peggiore dei casi, questo potrebbe portare a tumori della pelle. Il numero di casi di neoplasie della pelle è in continua crescita in tutti i paesi del mondo, inclusa l’Italia. Nel nostro Paese si stima che vengano diagnosticati circa 70.000 casi di tumori della cute ogni anno, secondo SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia). La buona notizia, tuttavia, è che i tumori della pelle sono curabili in molti casi e la giusta protezione permette di proteggersi preventivamente.

Perché il sole è importante?

La luce solare emessa dal sole è una radiazione UV elettromagnetica. Una funzione importante di questa radiazione solare consiste nella produzione di vitamina D nelle cellule del nostro corpo. Il 90 % della vitamina D viene autoprodotta dal corpo attraverso il sole. Il restante 10 % viene integrato attraverso l’alimentazione e, tra le varie fonti di vitamina D, troviamo il pesce di mare ad alto contenuto di grassi. Si consiglia di trascorrere circa 10-30 minuti al giorno al sole, esponendo almeno le braccia, le mani, il viso e il collo per soddisfare il fabbisogno di vitamina D. Tuttavia, l’assorbimento di tale vitamina attraverso il sole è possibile solo senza protezione solare. Quindi, è necessario trovare sempre un equilibrio tra protezione solare e sufficiente apporto di vitamina D. In caso di dubbio, si consiglia di misurare l’apporto di vitamina D e, se necessario, ricorrere a un integratore. Nei mesi invernali non è possibile ricevere un apporto sufficiente di vitamina D attraverso la pelle. Inoltre, gli studi sono stati in grado di stabilire che nelle popolazioni che vivono a latitudini più elevate, l’incidenza delle malattie mentali è più alta. Tale fenomeno si pensa possa essere causato proprio dalla minore esposizione alla luce solare (1).

È chiaro che abbiamo bisogno della luce solare per la nostra salute ma, allo stesso tempo, questa può rappresentare una seria minaccia per la salute della pelle, perché eccessivi raggi UV possono danneggiare la pelle a lungo termine.

Punti principali:

  • La luce solare è necessaria alla sopravvivenza dell’uomo. Tra le altre cose, i raggi UV producono la vitamina D essenziale.
  • Un’esposizione troppo prolungata e troppo frequente al sole può causare danni alla pelle e il suo invecchiamento. Bisognerebbe proteggersi dall’esposizione al sole attraverso misure esterne come la crema solare.
  • Nutrienti come gli acidi grassi omega-3 sono in grado di proteggere ulteriormente il corpo dall’interno, come dimostrato dagli studi.
  • Bisognerebbe proteggersi dall’esposizione al sole attraverso misure esterne come la crema solare.
  • Nutrienti come gli acidi grassi omega-3 sono in grado di proteggere ulteriormente il corpo dall’interno, come dimostrato dagli studi.

I rischi di un’eccessiva esposizione al sole

I raggi solari possono diventare dannosi se ci esponiamo al sole troppo spesso e troppo a lungo. Tuttavia, è interessante notare che gran parte della dose annuale di raggi UV non viene assorbita durante l’estate in spiaggia, poiché di solito in questi momenti applichiamo la protezione solare, bensì durante il resto dell’anno. Questo può essere un problema perché la protezione della pelle dipende esclusivamente dal nostro sistema immunitario. Si consiglia, pertanto, di applicare la protezione solare durante tutto l’anno, se ci esponiamo al sole. Inoltre, ci sono vari nutrienti che possono agire come assorbitori UV. In questo modo, è possibile, in misura limitata, proteggere ulteriormente la pelle a partire dall’interno (2).

Come proteggere correttamente la pelle al sole?

  1. Utilizzare una protezione solare con SPF sufficientemente alto
  2. Evitare di esporsi al sole a mezzogiorno nei mesi estivi
  3. Indossare occhiali da sole per proteggere gli occhi
  4. Bere abbastanza acqua
  5. Indossare un cappello
  6. Adottare un’alimentazione ricca di sostanze nutritive che proteggono ulteriormente dall’interno

Il ruolo dell’alimentazione

Gli studi dimostrano che non solo possiamo proteggere la nostra pelle dai raggi solari attraversi mezzi esterni, bensì anche dall’interno. Infatti, i seguenti nutrienti hanno dimostrato di avere un effetto protettivo:

  • Antiossidanti: tra le altre cose, possiamo trovarli in frutta, verdura e legumi
  • Acidi grassi omega-9 monoinsaturi: che per esempio si trovano nell’avocado e nell’olio d’oliva
  • Carotenoidi (sostanze vegetali secondarie): principalmente presenti in frutta e verdura di
    colore arancione e verde
  • Acidi grassi omega-3: presenti nel pesce e nelle alghe (3)

Gli acidi grassi omega-3 come protezione aggiuntiva

Gli acidi grassi omega-3 sono acidi grassi essenziali che è necessario assumere attraverso la dieta, poiché il corpo non è in grado di produrli da solo. Oltre ai numerosi effetti comprovati sulla salute del cuore e del cervello, gli studi dimostrano che gli acidi grassi omega-3 potrebbero anche avere un effetto positivo sulla salute della pelle.

Si ritiene che questo effetto protettivo sia dovuto al fatto che gli acidi grassi omega-3 prolungano il tempo di autoprotezione naturale della pelle. L’esatto meccanismo alla base non è ancora noto, sebbene siano diversi quelli considerati probabili. Una possibile spiegazione potrebbe essere il cambiamento che si verifica nella fluidità della membrana delle cellule della pelle (4). Tali proprietà degli acidi grassi omega-3 possono quindi aiutare a proteggere ulteriormente dall’interno la pelle dal sole. Inoltre, tali acidi grassi possono essere in grado di influenzare l’invecchiamento della pelle, dato che questo è causato in modo significativo dai raggi UV. Tuttavia, non si tratta di un aiuto contro i raggi solari con effetti immediati, quanto piuttosto di un complemento a lungo termine.

Conclusione

Mentre la protezione solare, come la crema solare, che si applica direttamente sulla pelle, può prevenire le scottature acute (sempre se applicata in modo adeguato e nel giusto intervallo di tempo), i nutrienti come gli acidi grassi omega-3 possono essere un buon supplemento, soprattutto a lungo termine, per proteggere la pelle dall’interno. Tuttavia, non sostituiscono la protezione solare né i cappelli estivi.

Fonti:
(1): Patricia Henríquez-Sánchez, Jorge Doreste-Alonso, Miguel Angel Martínez- González et al. Geographical and climatic factors and depression risk in the SUN project, European Journal of Public Health, Volume 24, Issue 4, August 2014, Pages 626–631
(2): Sies H, Stahl W. Nutritional protection against skin damage from sunlight. Annu Rev Nutr. 2004;24:173-200. doi: 10.1146/annurev.nutr.24.012003.132320.
(3): Niva Shapira, Nutritional approach to sun protection: a suggested complement to external strategies, Nutrition Reviews, Volume 68, Issue 2, 1 February 2010, Pages 75–86
(4): Pilkington SM, Watson RE, Nicolaou A, et al. Omega-3 polyunsaturated fatty acids: photoprotective macronutrients. Exp Dermatol. 2011 Jul;20(7):537-43.

Omega-3 benefici per fertilità, gravidanza e allattamento

Omega-3 benefici per fertilità, gravidanza e allattamento

L’influenza degli acidi grassi omega-3 sulla fertilità

La maggior parte delle coppie, ad un certo punto della relazione vorrebbe avere figli. Purtroppo, il concepimento non è sempre facile. In Germania, per esempio, circa il 15% delle coppie è sterile e ha bisogno di un aiuto esterno per concretizzare il desiderio di avere figli.

Partiamo dalle basi: un corpo sano

È noto che un corpo in salute implica: molto esercizio fisico, astinenza dal consumo di alcol e sigarette, un peso corporeo “normale”, denti sani e un apporto completo di micronutrienti. In particolare, i micronutrienti sono determinanti per la fertilità e la pianificazione della gravidanza. Nel quadro della terapia con micronutrienti per il trattamento della fertilità presso il Kinderwunschzentrum* di Berlino si misura, ormai da diversi anni, il livello omega-6/omega-3 nel sangue dei pazienti, prima di iniziare la terapia. Sorprendentemente, fino ad ora è sempre stato rilevato un rapporto patologico tra omega-6 e omega-3, in quale ha raggiunto addirittura uno sbilanciamento di 30:1. Il corretto rapporto nutrizionale omega-6/omega-3 dovrebbe essere 3:1 o 1:1. Tuttavia, nel nostro mondo fortemente industrializzato, l’alimentazione ha causato un forte squilibrio, che risulta anche dalle analisi del sangue effettuate a queste coppie di pazienti: la nostra dieta ha un eccesso di omega-6 e troppo pochi omega-3.

Vi chiederete, ma cosa c’entra il livello di omega-3 con la fertilità?

In sostanza, si può dire che un rapporto omega-6 / omega-3 sufficientemente equilibrato, è estremamente importante per aumentare la fertilità e massimizzare le possibilità di concepimento. Non solo per le donne, ma anche per gli uomini.

Gli studi hanno dimostrato che l’omega-3 somministrato per via endovenosa aumenta il tasso di impianto e può quindi contribuire al successo e al proseguimento della gravidanza. In alcune pazienti, durante il trasferimento embrionale, si collocano più volte nell’utero embrioni di buona qualità e ciononostante, la tanto desiderata gravidanza non avviene. Se il sistema immunitario registra un aumento della percentuale di cellule killer naturali (cellule NK) nell’utero e/o nel sangue, una terapia con omega-3, somministrati per via endovenosa, può essere una promettente opzione terapeutica.

“Per questo motivo, dal 2014 somministriamo gli omega-3 per via endovenosa alle nostre pazienti donne prima e dopo il trasferimento degli embrioni. Da allora abbiamo osservato un aumento positivo del tasso di gravidanza. Inoltre, dal 2017 abbiamo introdotto anche la supplementazione orale di omega-3, sempre per le pazienti donne e la raccomandiamo anche ai pazienti maschi, visto che uno studio recente ha dimostrato il ruolo benefico dell’acido grassoomega-3 DHA sulla salute e qualità dello sperma”, (**Dr. Hannen e Dr.Stoll).

Attenzione agli omega-6

I dottori Dr. Hannen e Dr. Stoll del Kinderwunschzentrum di Berlino raccomandano alle coppie di pazienti anche una riduzione simultanea del consumo di omega-6. Per ridurre lo squilibro omega-6/omega-3 consigliano un immediato cambiamento delle abitudini alimentari. Questo risultato si può ottenere facilmente evitando gli oli vegetali raffinati prodotti industrialmente (olio di girasole, di cardo e di mais) e la carne proveniente da allevamenti industriali. In generale, sarebbe meglio ridurre il consumo di carne e latticini e, in caso prediligere carni biologiche e latte/formaggi di montagna. Si raccomanda anche il consumo di pesci d’acqua fredda per il loro alto contenuto di omega-3. Tuttavia, l’aumento dei livelli di mercurio nei pesci è un fattore di rischio per l’uomo. Pertanto, dottori prescrivono integratori omega-3 in cui il mercurio è stato rimosso nel processo di produzione e purificazione dell’olio.

Effetti positivi degli omega 3 durante e dopo la gravidanza

Sempre i dottori Hannen e Stoll affermano: “Per noi è importante incoraggiare i pazienti ad aumentare il loro consumo di omega-3. Gli acidi grassi omega-3 sono importanti per tutta la vita, specialmente durante la gravidanza, dal momento che i figli di madri che hanno avuto sufficienti livelli di omega-3 durante la gravidanza, hanno meno probabilità di soffrire di asma”. Un buon livello di omega-3 durante l’allattamento, significa un minor rischio per il bambino di contrarre malattie associate all’immunoglobulina E, come le allergie e l’eczema atopico. Anche lo sviluppo cerebrale del neonato il successivo apprendimento del linguaggio sono supportati dagliomega-3. Inoltre, gli acidi grassi omega-3 hanno un effetto positivo sul benessere della madre. Dr Hannen: “È stato dimostrato che la somministrazione di omega- 3 riduce l’incidenza della depressione durante la gravidanza e nel post partum. Anche la gravidanza stessa mostra un tasso di preeclampsia più basso”.

Tratto dall’articolo “Kinderwunsch – was kann helfen?” (tradotto “Desiderio di avere un figlio, cosa può aiutare?)

**Il Dr. Reinhard Hannen ha completato la sua formazione specialistica in ginecologia dopo gli studi di medicina e ha poi acquisito la qualifica per la diagnosi e la terapia delle coppie con problemi di fertilità.

Il Dr. Christian F.Stroll lavora secondo un approccio olistico e integrato, per cui, oltre alla medicina classica, può anche offrire cure speciali nei settori della nutrizione e della medicina dei micronutrienti.

Insieme dirigono con passione il*Kinderwunschzentrum Berlin (Centro fertilità di Berlino) e vantano oltre 20 annidi esperienza e 25.000 trattamenti per le coppie che desiderano avere figli.

Le sostanze nutritive che aiutano a prevenire e curare l’influenza

Le sostanze nutritive che aiutano a prevenire e curare l’influenza

Per prevenire i fastidiosi sintomi dell’influenza è necessario rafforzare il sistema immunitario e per farlo esistono dei metodi naturali efficaci. Quali sono? Lo sveliamo subito!

Per prepararsi ai mesi invernali ed evitare l’appuntamento fisso con l’influenza stagionale è consigliato seguire un’alimentazione equilibrata e ricca di sostanze nutrienti che aiutino il sistema immunitario nella lotta a virus e batteri rafforzandolo.

Oltre a frutta e verdura di stagione, fibre, cereali ed una ridotta assunzione di grassi e di zuccheri, le sostanze alleate del nostro organismo sono le seguenti:

  • ACIDI GRASSI OMEGA-3
  • PROTEINE NOBILI
  • SELENIO
  • VITAMINE
  • ZINCO

Acidi grassi omega-3

Gli acidi grassi omega-3 EPA e DHA, contenuti in grandi quantità in pesci e alghe, oltre a svolgere un’importante funzione antinfiammatoria naturale, sono molto utili per il rafforzamento del sistema immunitario.

Recenti ricerche hanno dimostrato che gli acidi grassi EPA e DHA hanno un’influenza diretta sulle proteine coinvolte nell’attivazione della cellula immunitaria, comprese quelle associate alle risposte dei linfociti T. Quest’ultimi sono i principali mediatori della risposta immunitaria adattiva e controllano sia l’istituzione che la regolazione dell’immunità adattativa. Le cellule T sono identificate da un loro specifico recettore chiamato recettore delle cellule T (TCR).
EPA e il DHA influenzano la fisiologia cellulare e il modo in cui le cellule e i tessuti rispondono ai segnali esterni.
Gli acidi grassi omega-3 contribuiscono dunque al raggiungimento di una salute ottimale alla nella protezione contro diverse malattie.

Proteine nobili

Altre sostanze che migliorano l’efficienza del sistema immunitario sono gli aminoacidi essenziali, contenuti nelle proteine nobili, le cui fonti sono alcuni alimenti di origine animali come la carne, le uova, i formaggi.  É importante però selezionare con cura prodotti di qualità.

Selenio

Il selenio è un minerale contenuto necessario al funzionamento cellulare e alla sopravvivenza di molti organismi, tra i quali l’uomo. Principali fonti di selenio sono: noci, semi di girasole e legumi.

Vitamine

Le vitamine aiutano il nostro sistema immunitario a restare in forma e a respingere gli attacchi dei virus e dei batteri. Vitamine particolarmente importanti da assumere sono:

La vitamina A: un antiossidante naturale, che potenzia il sistema immunitario stimolando produzione dei globuli bianchi, indispensabili alla limitazione di virus e batteri;

La vitamina C: aiuta a resistere agli attacchi degli agenti patogeni. Le principali fonti naturali di questa sostanza sono: limone, melograno pompelmo, arance, mandarini e kiwi;

La vitamina E: un antiossidante liposolubile, che contribuisce alla creazione dei linfociti B, che collaborano alla produzione di anticorpi del nostro sistema immunitario;

La vitamina D: che stimola la proliferazione delle cellule immunitarie e regola la produzione di proteine antimicrobiche, in grado di uccidere direttamente i batteri.

Zinco

Lo zinco, presente in carne, pesce, germe di grano e cereali è un minerale che aiuta il nostro organismo a migliorare la sua risposta immunitaria in caso di attacco da parte di agenti patogeni, come il virus influenzale.

Conclusione

Seguire uno stile di vita sano nutrendosi bene e facendo attività fisica non è difficile, anzi è un piacere!

Gli oli naturali Omega-3 NORSAN sono fonte, oltre che di EPA e DHA, anche delle vitamine E e D. Queste sostanze nutritive sono tutte preziose alleate del sistema immunitario, che possono essere assunti in giusta quantità ogni giorno tramite un solo cucchiaio o cucchiaino al giorno.

Omega-3, prestazione sportiva e forma fisica

Omega-3, prestazione sportiva e forma fisica

Gli acidi grassi omega-3, in particolare i derivati a catena lunga come l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), sono stati ampiamente ricercati per i loro effetti nutritivi e hanno dimostrato ricoprire un ruolo importante come promotori della salute cardiovascolare e della composizione corporea.

Si è iniziato ad indagare sui benefici di EPA e DHA, quando ci si è accorti che gli eschimesi e tutte le popolazioni che seguivano una dieta ricca di pesce erano meno esposti al rischio di malattie cardiovascolari. Così sono stati condotti moltissimi studi per esaminare l’effetto del consumo di olio di pesce (che contiene un’elevata quantità di omega-3 EPA e DHA), i quali hanno confermato la sua efficacia per quel che riguarda: la riduzione del rischio cardiovascolare, dell’aggregazione delle piastrine, la riduzione dell’infiammazione, il miglioramento della funzione endoteliale, dei cambiamenti positivi dei lipidi nel sangue e la diminuzione della pressione sanguigna.

Il consumo di acidi grassi omega-3 marini EPA e DHA è stato associato anche a dei miglioramenti nella composizione corporea. Molti studi, condotti anche su animali, hanno costantemente dimostrato l’efficacia di queste sostanze nutritive sulla riduzione dell’adiposità e sull’aumento della crescita dei tessuti magri.
Considerati i benefici degli omega-3 sul sistema cardiovascolare e sul metabolismo dei grassi, si afferma che l’integrazione con olio di pesce o olio di alga Schizochytrium sp. (ricchissime fonti di EPA e DHA) ottimizzi gli effetti dell’attività fisica, accelerando lo smaltimento del grasso corporeo e contribuendo al miglioramento delle prestazioni sportive.

Gli acidi grassi omega-3 sono caratterizzati dal fatto che il primo doppio legame occupa la terza posizione, se si inizia il conteggio dal carbonio terminale ω (n). Da qui nasce il termine omega-3. Gli omega-3 più studiati sono indubbiamente EPA e DHA:

  • EPA: 20 catene di carbonio con 5 doppi legami (20:5)
  • DHA: 22 catene di carbonio con 6 doppi legami (22:6)

EPA e DHA sono contenuti principalmente in pesci d’acqua fredda, tra cui salmone, sgombro, sardine, aringhe e nelle alghe. Un altro omega-3 molto ricercato e conosciuto è ALA (acido α-linolenico), composto da 18 atomi di carbonio e 3 obbligazioni doppie (18:3). ALA si trova in varie fonti vegetali come semi di lino, noci… La conversione di ALA in acidi grassi a catena lunga è in gran parte inefficiente, poiché solo il 5% di ALA viene convertito in EPA e meno dello 0,5% in DHA. È quindi importante ricordare che gli acidi grassi omega-3 a catena più lunga come EPA e DHA hanno maggiori effetti biologici negli esseri umani rispetto a quelli a catena corta come ALA. Per questo è opportuno prediligere le fonti marine come pesci ed alghe per coprire il fabbisogno giornaliero di omega-3.

Per quanto riguarda l’esercizio fisico, l’integrazione con omega-3 aiuta l’aumento della lipolisi e della β-ossidazione, che a loro volta favoriscono lo smaltimento del grasso. L’assunzione regolare di acidi grassi EPA e DHA può migliorare la performance sportiva, poiché riduce le infiammazioni e allevia i dolori muscolari.

Gli acidi grassi omega-3 facilitano il flusso sanguigno, favorendo così una più rapida erogazione dei nutrienti dopo l’esercizio. Una serie di studi dimostrano che gli omega-3 accrescono le proteine muscolari sia in animali, che in esseri umani, perché rendono le membrane cellulari più elastiche e vitali, ottimizzando il passaggio di sostanze nutritive, ormoni e segnali chimici dentro e fuori le cellule.

EPA e DHA, inoltre, apportano molti benefici a tutto l’apparato muscolo-scheletrico, che è composto da ossa, articolazioni, muscoli, sostiene l’organismo e permette i movimenti. L’assunzione di olio di pesce o di alga, accrescendo le proteine muscolari, previene il rischio di proteolisi, un processo mediante il quale le cellule degradano le proteine.

La combinazione tra l’integrazione con omega-3 EPA e DHA di qualità ed il regolare esercizio fisico è ottimale per l’incremento della massa magra e la perdita di peso. Questo anche grazie alla capacità dei grassi di dare senso di sazietà, che permette un miglior controllo dell’appetito.
La sinergia tra omega-3 EPA e DHA, fornitici da fonti marine come pesci di acque gelide e alghe, è dunque preziosa per ottimizzare le prestazioni sportive, bruciare i grassi e aumentare la massa magra.

Un aspetto da non trascurare è la costanza di assunzione. È molto importante riuscire a mantenere un perfetto equilibrio fra acidi grassi omega-3 ed omega-6 nella nostra alimentazione. Un consumo adeguato di EPA e DHA dovrebbe essere almeno di 2 g al giorno. Mangiare alcune porzioni di pesce grasso a settimana è certamente indicato, ma spesso non sufficiente per coprire il fabbisogno giornaliero, che consente di ottenere dei benefici e prevenire l’insorgere di infiammazioni e malattie. L’olio di pesce o l’olio di alga Schitzochytrium sp., se naturali e purificati, sono delle ottime alternative per consentire l’assunzione dei 2 g giornalieri di EPA e DHA, senza il rischio di accumulare nel corpo residui di sostanze inquinanti o metalli pesanti.

Gli omega-3 contribuiscono a ridurre l’infiammazione, mentre gli omega-6 tendono a promuovere fenomeni infiammatori, in tal senso uno squilibrio tra questi acidi grassi essenziali e quindi un deficit di omega-3 ha degli effetti negativi. La dieta mediterranea, ossia quella a base di frutta, molta verdura, pesce, cereali, legumi, olio extravergine d’oliva è l’esempio perfetto di un regime alimentare equilibrato. Purtroppo però da diversi anni è difficile evitare che la quantità di omega-6 a tavola superi quella di omega-3, quindi è fondamentale integrare con dei prodotti di qualità per il nostro benessere generale, le prestazioni sportive e la forma fisica.

Fonti:
Omega-3 fatty acids and exercise: a review of their combined effects on body composition and physical performance – Gül Tiryaki-Sönmez, Brad Schoenfeld, Serife Vatansever-Ozen
Lehman College, Department of Health Sciences, The City University of New York, Bronx, NY, USA;
Aband Izzet Baysal University, School of Physical Education and Sport, Department of Training Science, Bolu,Turkey

Ridurre i sintomi dell’ADHD con gli omega-3

Ridurre i sintomi dell’ADHD con gli omega-3

L’ omega-3 aiuta contro l’ADHD: disturbo da deficit di attenzione/iperattività

Ricercatori di Londra e Taiwan hanno scoperto che alcuni bambini affetti da ADHD –  deficit di attenzione e iperattività – possono trarre dei benefici dagli acidi grassi omega-3.

Sono stati selezionati a campione dei bambini aventi un deficit di omega-3 e gli sono stati poi somministrati quotidianamente degli integratori alimentari a base di EPA e DHA. A distanza di poco tempo, la loro situazione è significativamente migliorata.

Precedenti ricerche avevano anche dimostrato come i bambini con carenza di omega-3 fossero più esposti al disturbo da deficit di attenzione/iperattività. Si é dunque deciso di avviare un ulteriore studio, durante il quale, ai bambini interessati, sono stati somministrati dosaggi piuttosto elevati dell’acido grasso omega-3 EPA per circa 12 settimane. Rispetto ai bambini che hanno ricevuto solo del placebo, l’attenzione e la concentrazione dei bambini che avevano assunto omega-3 e che hanno dunque aumentato il proprio livello di EPA nel corpo, sono molto migliorate.

Come affermato dal Prof. Carmine Pariante dell’Istituto di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze del King’s College di LondraPer i bambini con carenza di omega-3, gli integratori a base di olio di pesce sono preferibili ai farmaci convenzionali.

Scienziati e ricercatori consigliano comunque ai genitori di rivolgersi sempre a dei professionisti prima di far iniziare ai propri figli una qualsiasi cura. Il Prof. Kuan-Pin Su della China Medical University di Taichung ha spiegato: “Alti livelli di EPA nel sangue possono anche essere raggiunti senza assumere integratori alimentari: ad esempio attraverso una buona dieta ricchissima di pesce di mare. È anche possibile che la carenza di EPA nei bambini affetti da ADHD sia più comune nei paesi con un basso consumo di pesce, come il Nord America e molti altri paesi europei.”

Sole e tumore alla pelle: il ruolo degli omega-3

Sole e tumore alla pelle: il ruolo degli omega-3

L’estate è indubbiamente una delle stagioni preferite da tutti noi ed agosto, in particolare, per molti italiani è sinonimo di ferie. Sia al mare, che al lago, che in montagna, si tende ad esporsi al sole per un periodo prolungato e nonostante i raggi solari siano benefici, bisogna prestare un po’ di attenzione. Il sole può essere causa di melanoma cutaneo: una forma di tumore, causato dalla trasformazione tumorale di alcune cellule, i melanociti, che insieme ai cheratinociti, compongono lo strato più esterno della pelle, ovvero l’epidermide. Nell’epidermide avviene la produzione della melanina, un pigmento che protegge dagli effetti dannosi dei raggi solari.

Fattori che influenzano il melanoma cutaneo

Raggi UV

Le radiazioni ultraviolette (UV) sono considerate il fattore di rischio più consistente per il cancro alla pelle. Soprattutto quelle artificiali, come ad esempio quelle da solarium. Nonostante la moderna tecnologia, è indiscusso che l’abbronzatura da solarium aumenti notevolmente il rischio di melanoma [2]. La principale fonte di radiazioni UV naturali è il sole. Sia artificiali, che naturali, i raggi UV possono essere molto dannosi per la nostra pelle, per questo bisogna prestare molta attenzione. Oltre 20 studi scientifici confermano come il rischio di contrarre melanoma più elevato (il 57% in più), ce l’abbiano quelle persone che si espongono di rado al sole [3]. Come ad esempio chi lavora in ufficio e raramente trova il tempo per stare all’aperto, ma quando è in vacanza, si sdraia al sole tutto il giorno. La pelle fatica ad adattarsi a questo.
Il rischio varia chiaramente anche dal tipo di pelle e dal suo grado di sensibilità alla luce. Diversi studi riportano che gli individui con la carnagione molto chiara, molte lentiggini, gli occhi azzurri e magari i capelli biondi o rossi sono più colpiti dal melanoma [4].
Un’abbronzatura regolare sembra addirittura offrire protezione. Molte ricerche hanno rilevato che anche le persone che prendono il sole regolarmente ed in eccesso rischiano di contrarre il tumore alla pelle per 27% in più rispetto ad altri [3]. Quando la pelle si abitua alle radiazioni, il rischio di melanoma può decrescere, se si evitano le scottature solari. L’equilibrio e la protezione solare con creme di qualità sono fondamentali.

Alcol

Uno studio scientifico, condotto nel 2013 ha dimostrato che il consumo di alcol aumenta drasticamente il rischio di melanoma cutaneo [5]. Chi consuma più di 50 g di etanolo al giorno, che corrispondono a circa 4 bicchieri di vino, rischia il 55% in più di contrarre il cancro alla pelle, mentre chi si limita a 2 bevande alcoliche al giorno il 18 %. Il consumo di alcol in combinazione con i raggi solari è particolarmente pericoloso. Si sostiene che l’alcol riduca gli antiossidanti della pelle, responsabili della neutralizzazione dei radicali liberi prodotti dalla luce del sole. Al contrario, una dieta sana, equilibrata e varia, ricca di alimenti vegetali antiossidanti ha un effetto protettivo.

Vitamina D

La vitamina D, se assunta regolarmente ed in giusta quantità, aiuta a prevenire e a rallentare un melanoma. E´ la produzione di vitamina D da parte del corpo, é favorita dall’esposizione solare, ma quest’ultima deve comunque essere moderata. Per questo si consiglia di assumere questa sostanza nutritiva, consumando integratori di qualità [6].

Omega-3 EPA e DHA

Gli straordinari effetti antinfiammatori e immunomodulanti dell’EPA e del DHA sono benefici anche per malattie della pelle come la neurodermite e la psoriasi [7]. Un alto indice di omega-3 nel corpo consente di prevenire il sussistere di malattie oncologiche. Molti studi hanno dimostrato che gli omega-3 hanno un effetto chemio-protettivo e terapeutico nei pazienti affetti da cancro. Infatti, la medicina riporta che EPA e DHA riducono la crescita delle cellule tumorali, accelerando al contempo la morte delle cellule colpite [8]. Uno studio clinico sul cancro della pelle, che ha coinvolto 79 partecipanti, consumatori e non consumatori di olio di pesce, ha analizzato come l’assunzione regolare di 4.000 mg di acidi grassi omega-3 (EPA e DHA) al giorno potesse influire sull’immunità della pelle alle radiazioni solari. I partecipanti allo studio sono stati esposti alla luce diretta del sole per un totale di 8, 15 o 30 minuti all’ora di pranzo in piena estate. È emerso che chi assumeva regolarmente una giusta quantità di acidi grassi omega-3 avesse riscontrato molte meno conseguenze negative sulla pelle, rispetto a chi non ne era consumatore regolare [9].

Dunque, anche gli omega-3 marini EPA e DHA, se assunti correttamente e costantemente, possono aiutare a prevenire e ridurre gravi patologie alla pelle. I prodotti NORSAN, sia di origine animale, che vegetale, sono naturali al 100% ed hanno un alto dosaggio di omega-3. Questo consente di poter integrare 2 g di EPA e DHA al giorno tramite un solo cucchiaio (8ml) di Omega-3 Total, un cucchiaino (5ml) di Omega-3 Vegano o 5 capsule.

Fonti:
[1] Olsen CM, Zens MS, Green AC, et al. Biologic markers of sun exposure and melanoma risk in women: pooled case-control analysis. Int J Cancer. 2011;129(3):713-723.
[2] Lazovich D, Isaksson Vogel R, Weinstock MA, Nelson HH, Ahmed RL, Berwick M. Association Between Indoor Tanning and Melanoma in Younger Men and Women. JAMA Dermatol. 2016;152(3):268-275.
[3] Nelemans PJ, Rampen FH, Ruiter DJ, Verbeek AL. An addition to the controversy on sunlight exposure and melanoma risk: a meta-analytical approach. J Clin Epidemiol. 1995;48(11):1331-1342.
[4] Gandini S, Sera F, Cattaruzza MS, Pasquini P, Zanetti R, Masini C, Boyle P, Melchi CF: Meta-analysis of risk factors for cutaneous melanoma: III. Family history, actinic damage and phenotypic factors. Eur J Cancer. 2005 Sep;41(14):2040-59.
[5] Darvin ME, Sterry W, Lademann J, Patzelt A: Alcohol consumption decreases the protection efficiency of the antioxidant network and increases the risk of sunburn in human skin. Skin Pharmacol Physiol. 2013;26(1):45-51.
[6] Newton-Bishop, J. A., Beswick, S., Randerson-Moor, J., Chang, Y.-M., Affleck, P., Elliott, F., … Bishop, D. T. (2009). Serum 25-Hydroxyvitamin D3 Levels Are Associated With Breslow Thickness at Presentation and Survival From Melanoma. Journal of Clinical Oncology, 27(32), 5439–5444.
[7] https://www.pharmazeutische-zeitung.de/inhalt-01-1997/pharm3-01-1997/#:~:text=Fisch%C3%B6l%20(Omega%2D3%2DPUFA,und%20insbesondere%20der%20h%C3%A4ufigen%20Windeldermatiti.
[8] Nikolakopoulou Z, Nteliopoulos G, Michael-Titus AT, Parkinson EK. Omega-3 polyunsaturated fatty acids selectively inhibit growth in neoplastic oral keratinocytes by differentially activating ERK1/2. Carcinogenesis. 2013;34(12):2716-2725.
[9] Pilkington SM, Massey KA, Bennett SP, et al. Randomized controlled trial of oral omega-3 PUFA in solar-simulated radiation-induced suppression of human cutaneous immune responses. Am J Clin Nutr. 2013;97(3):646-652. doi:10.3945/ajcn.112.049494

Perdere peso con gli omega-3

Perdere peso con gli omega-3

I grassi sono stati demonizzati per moltissimi anni, considerati un alimento dannoso per l’organismo. Sono certamente un alimento calorico: 1 g di grasso, con le sue 9 kcal, contengono più del doppio delle calorie contenute nella stessa quantità di proteine o di carboidrati. Quindi è inevitabile che contribuiscano all’aumento del peso. Ma è importante tener presente che tutto dipende dalla qualità del grasso e che la regolazione del peso è un processo molto più complesso di un conteggio matematico di calorie.

Molti studi che dimostrano come gli omega-3 contribuiscano alla perdita di peso, ma come?

Il tessuto adiposo è generalmente di colore bianco. Ma avete mai visto il grasso bruno? In passato si era convinti che i neonati ed alcuni roditori avessero il grasso bruno. Quando abbiamo freddo, cominciamo a tremare e la nostra energia cinetica viene trasformata in quella termica. Negli adipociti bruni la produzione di calore si svolge semplicemente con la combustione degli acidi grassi sotto l’influsso di calore e questo è sicuramente vantaggioso per i neonati minacciati da ipotermia e per i piccoli roditori. Oggi sappiamo, tuttavia, che anche nel tessuto adiposo bianco dei mammiferi adulti possono essere presenti adipociti bruni. La produzione di calore indipendentemente dal movimento, con consumo di grassi, è quindi possibile anche in età adulta. 

Dei ricercatori giapponesi hanno effettuato un test e somministrato ad un gruppo di topi 2 g di omega-3, mentre all’altro del placebo. A quegli animali a cui sono stati somministrati gli omega-3 si sono riscontrati: un aumento della temperatura corporea, il consumo di ossigeno, una riduzione del peso e della percentuale di grasso. Il peso era addirittura il 10% inferiore rispetto all’altro gruppo, mentre la percentuale di grasso addominale oltre il 20%. Così è stato confermato che l’olio di pesce contribuisce alla riduzione di peso nei mammiferi.

Se si vuole perdere peso é necessario ridurre le calorie assumendo meno grassi dannosi al nostro organismo, senza ridurre i grassi buoni. Sono da evitare i grassi saturi (a forma solida come il burro ad esempio) e gli acidi grassi omega-6 (latticini, carne, oli vegetali..). Gli acidi grassi a catena corta: omega-9 (olio di oliva), omega-3 (pesce, alghe, ecc.) sono particolarmente benefici per la nostra salute. Gli acidi grassi omega-3 marini come pesce ed alghe aiutano contro le infiammazioni croniche, il cancro e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e anche nella perdita di peso.

Horace Fletcher, un famoso guaritore naturopata del XIX secolo in America, affermava che una corretta alimentazione e masticazione potesse aiutare a prevenire qualsiasi tipo di malattia. Ogni boccone dovrebbe essere masticato almeno 50 volta prima di essere ingerito. Provatelo! Masticate ogni boccone almeno 15-30 volte. Sarete sorpresi di quanto tempo occorra per un pasto, come si ottiene all’improvviso un sapore totalmente diverso, molto più intenso, e con quanta rapidità vi sentirete sazi e soddisfatti!

L’alcol é uno dei nemici del sovrappeso: 1 g di alcol che contiene più di 7 kcal ed ostacola anche la combustione dei grassi. Inoltre, l´alcol stimola l’appetito invogliandoci a privilegiare dolci ipercalorici o grassi, o alimenti ricchi di carboidrati come salatini o patatine fritte. 

Omega-3 in combinazione con l’esercizio cardio-muscolare contribuisce ad aumentare il dispendio energetico giornaliero. L’attività fisica minima consigliata sarebbe di 30 minuti per almeno 3 giorni a settimana.

Conclusione

Riassumendo – ecco i 4 segreti per perdere peso:

1. Grassi: Evitare di eccedere con acidi grassi saturi e gli omega-6 e privilegiare assolutamente gli acidi grassi omega-3. Per una persona adulta la dose di 2 g di acidi grassi omega-3 si è dimostrata particolarmente efficace;

2. Masticazione: masticare ogni boccone almeno 15-30 volte; 

3. Alcol: Non superare le 5 bevande a settimana;

4. Attività fisica: L’esercizio fisico è il metodo più efficace ed efficiente in assoluto. Oltre a diminuire il grasso corporeo, l’esercizio fisico accelera il metabolismo lipidico e glucidico, sul sistema cardiovascolare e quello immunitario. Ma ricordate: servono pazienza e costanza!

In bocca al lupo!

Omega-3 e malattie cardiovascolari

Omega-3 e malattie cardiovascolari

Dr. Ulrich Frohberger ha riportato in uno dei suoi articoli l’effetto positivo che hanno gli acidi grassi omega-3 sul sistema cardiovascolare ed ha approfondito i requisiti di una terapia di successo.

Acidi grassi omega-3 e malattie cardiovascolari

È provato che gli acidi grassi omega-3 (EPA e DHA), le cui fonti principali sono quelle marine (come pesci di acqua gelida e alghe), apportino dei benefici al nostro cuore..ma solo se assunti correttamente!

Studio scientifico: Framingham Hearth Study – Boston

Un recente studio scientifico (Framingham Hearth Study) condotto a Boston (1) dimostra come gli individui con un alto indice di omega-3 siano meno esposti ad un rischio di morte per malattie cardiovascolari. Ma cosa s’intende con indice di omega-3? L’indice di omega-3 (HS-Omega-3 Index®) indica la quantità di EPA e DHA sul totale degli acidi grassi presenti nelle membrane dei globuli rossi.

Questo studio, che ha coinvolto in totale 2.500 partecipanti ed ha avuto una durata di 7,3 anni, ha dimostrato come quei soggetti con un indice omega-3 superiore al 6,8% siano esposti il 39% in meno al rischio di morte per malattie cardiovascolari rispetto a quelli con un indice di omega-3 basso, ovvero inferiore al 4,2%.

I dati rilevati mostrano come un elevato indice di omega-3 nel corpo favorisca:

  • La riduzione della frequenza cardiaca (3)
  • L’aumento della variabilità della frequenza cardiaca (4)
  • La riduzione della pressione sanguigna (5, 6)
  • Il miglioramento della funzione piastrinica (7)
  • L’effetto antinfiammatorio (8, 9, 10)
  • La riduzione dei trigliceridi (11, 12, 13)
  • La riduzione del colesterolo cattivo (14)

Secondo Omegametrix (un laboratorio di fama internazionale per la misurazione dell’indice di omega-3) l’indice omega-3 di un individuo dovrebbe oscillare tra 8 e 11%.

In quali casi funzionano gli omega-3?

Sebbene l’evidenza degli effetti positivi degli acidi grassi omega-3 sul nostro cuore sia confermata da diversi studi, c’è ancora chi è convinto del contrario (15), ma il problema sta spesso nel dosaggio sbagliato di questo acidi grassi essenziali.

Gli studi che negano gli effetti positivi degli omega-3 sulla salute cardiovascolare, propongono un dosaggio giornaliero di 1 g al giorno o addirittura meno, che è troppo poco. Per innalzare un indice di omega-3 basso è necessario assumere almeno 2 g di omega-3 EPA e DHA al giorno. Con 2 g o più di omega-3 al giorno si assiste ad una significante riduzione del rischio di mortalità nei pazienti affetti da scompenso cardiaco o altri disturbi coronarici.

Inoltre, se si sceglie di intraprendere una terapia di omega-3 per porre rimedio ad un disturbo, sarebbe sempre opportuno prima misurare non solo l’indice di omega-3, ma anche il rapporto tra i due acidi grassi essenziali omega-6/-3, per poi sapersi regolare nel miglior modo possibile con il dosaggio ed ottenere dei benefici.

La scienza riporta che:

  • 7 pazienti su 10 hanno un deficit di omega-3
  • Per aumentare l’indice di omega-3 è necessario assumere dai 2 ai 4 g di acidi grassi EPA e DHA al giorno per almeno 4 mesi
  • La dose di mantenimento poi normalmente è di almeno 2 g di omega-3, può essere meno solo nel caso in cui si stesse seguendo una dieta sana, variata ed equilibrata.

Biodisponibilità

Affinché i grassi vengano digeriti sono necessari altri grassi. Che significa? Ci sono studi che dimostrano che gli acidi grassi omega-3 vengono assorbiti molto meglio se assunti ai pasti e possibilmente in combinazione ad alimenti grassi (16).

Infarto e omega-3

L’infarto è ancora una delle cause di morte più frequenti nei paesi industrializzati. Un basso indice di omega-3 è associato ad una maggiore esposizione al rischio di morte cardiaca improvvisa (Aarsetøy et al, 2011). Un indice omega-3 elevato riduce questo rischio del 90%! (21)

Gli omega-3 sono stati promossi dalle linee guida della cardiologia come ottima opzione terapeutica per quei pazienti che soffrono di aritmie cardiache (20).

Fibrillazione atriale e omega-3

La fibrillazione atriale è la forma più comune di aritmia cardiaca. Non è mortale, ma senza una terapia adeguata c’è il rischio di gravi conseguenze sulla nostra salute.

Un buon apporto di omega-3 riduce il rischio di fibrillazione atriale del 34% (17). Un ulteriore studio dimostra come l’assunzione di almeno 2 g di EPA e DHA al giorno riduca il rischio di alterazione al regolare il battito cardiaco (18).

L’allergia è una reazione di difesa eccessiva e patologica del sistema immunitario a determinate sostanze solitamente innocue.

Se le membrane mucose del nostro naso, dei polmoni o dell’intestino hanno delle “perdite” (leaky gut), queste sostanze (es. polline delle graminacee, peli di animali, ma anche conservanti o aromi contenuti nel cibo) entrano direttamente nel sangue o nel sistema linfatico e attivano il nostro sistema immunitario. La pelle è soggetta a prurito, il naso comincia a colare, gli occhi lacrimano e le vie respiratorie possono ostruirsi. In parole semplici, dopo una sensibilizzazione iniziale si formano gli anticorpi (IgE) sulla superficie dei mastociti (cellule immunitarie). Se entriamo di nuovo in contatto con l’allergene, quest’ultimo si lega direttamente agli anticorpi IgE, i mastociti si attivano e rilasciano immediatamente sostanze messaggere come l’istamina, che causano l’infiammazione.

Conclusione

Riassumendo, si può affermare che gli acidi grassi omega-3 abbiano un effetto positivo sul nostro sistema cardiovascolare. È però fondamentale prestare attenzione al dosaggio, che deve essere almeno di 2 g di EPA e DHA al giorno. Solo in questo modo, gli omega-3 possono apportare dei benefici concreti alla nostra salute.

Fonti:
(1) Harris et al, Clin Lipidol. 2018 ;12(3): 718–727
(2) Harris WS, Tintle NL, Etherton MR, Vasan RS, J Clin Lipidol. 2018 May – Jun;12(3):718-727
(3) Harris et al Am J Cardiol 2006;98:1393-5
(4) Carney et al Psychosom Med 2010;72:748
(5) Dewell et al J Nutr Res 2011;141:2166;
(6) Skulas-Ray et al Ann Behav Med 2012;44:301
(7) Harris et al, Lipids 2008;43:805
(8) Duda et al Cardiovasc Res 2009;81:319
(9) Dewell et al J Nutrition 2011;141:2166
(10) Blocket al World J Cardiovasc Dis2012;2:14
(11) Skulas-Ray Am J Clin Nutr 2011;93:243
(12) Schuchardt et al PLEFA 2011;85:381
(13) Shearer et al J Lipid Res. 2012;53:2429
(14) Maki et al J Clin Lipidol 2011;5:483
(15) Theingi Aung, MBBS, FRCP1,2,3; Jim Halsey, BSc1,2; Daan Kromhout, PhD4; et al, JAMA Cardiol. 2018;3(3):225-234
(16) Davidson et al J Clin Lipidol. 2012;6:573-84
(17) He Z, Yang L, Tian J, Yang K, Wu J, Yao Y: Can J Cardiol. 2013 Feb;29(2):196-203. doi: 10.1016/j.cjca.2012.03.019. Epub 2012 Jun 7.
(18) Nodari S, Triggiani M, Campia U, Manerba A, Milesi G, Cesana BM, Gheorghiade M, Dei Cas L. 2011 Sep 6;124(10):1100-6. doi:
(19) The Lancet 2008; 372: 1223-1230
(20) Level of Evidence B, Empfehlungsgrad IIb, Zibes et al 2006
(21) Harris, Pharmacological Research 55 (2007) 217–223

Benefici degli omega-3 sul diabete di tipo 2

Benefici degli omega-3 sul diabete di tipo 2

Il ruolo dell’insulina

I livelli di zucchero del sangue sono regolati dall’insulina: un ormone prodotto dal pancreas che stimola la captazione e metabolizzazione del glucosio presente nel sangue da parte delle cellule.
Si parla di diabete di tipo 1 (insulino-dipendente) in presenza di un deficit nella secrezione dell’insulina (scarsa o assente).
Si parla di diabete di tipo 2 (non-insulino-dipendente) quando il livello dell’insulina è così elevato che le cellule non rispondono in modo adeguato ad essa.

Diabete di tipo 2 e acidi grassi omega-3

Il diabete di tipo 2 si manifesta principalmente dopo i 40 anni, tuttavia, l’età di insorgenza si sta abbassando. Uno dei principali fattori scatenanti del diabete di tipo 2 è l’eccesso di peso corporeo, soprattutto in età giovanile. L’incidenza aumenta di dieci volte nelle persone che soffrono di obesità.
In Italia sono 3 milioni le persone colpite da questa malattia e si stima che ulteriori 1,5 milioni ignorino di esserne affetti. Nel 95% dei casi diagnosticati e non diagnosticati, si tratta di diabete di tipo 2.
Tra le buone pratiche di prevenzione del diabete di tipo 2 rientra anche l’alimentazione.
Analizzando la tipologia di grassi associati al diabete di tipo 2, si osserva un eccesso di grassi saturi e un conseguente deficit degli acidi grassi essenziali. È stato dimostrato che gli acidi grassi omega-3 prevengono l’insorgenza di resistenza all’insulina. Inoltre, le difese immunitarie dei soggetti affetti da diabete sono meno efficaci, rendendoli più vulnerabili alle infiammazioni.

È fondamentale bilanciare il rapporto tra omega-6 e omega-3 con un’alimentazione corretta. Considerando che gli omega-6 deprimono la risposta immunitaria, il rapporto ideale tra gli acidi grassi essenziali omega-6 e omega-3 dovrebbe essere di 1:1. Tuttavia, il rapporto medio attuale, basato sull’alimentazione moderna è di 15:1 a sfavore degli omega-3. Ne consegue l’importanza di una dieta bilanciata ricca di omega-3 per previene l’innescarsi di infiammazioni silenti nell’organismo e stimolare la risposta immunitaria.

Fonti:
https://www.siditalia.it/divulgazione/conoscere-il-diabete
www.diabete.com
Surano E, 2014. Valutazione del ruolo salutistico degli omega-3. Integratori alimentari contenenti omega-3.Edizioni Accademiche Italiane.

Salute intestinale e acidi grassi omega-3

Salute intestinale e acidi grassi omega-3

L’articolo “Darmgesundheit und Omega-3-Fettsäuren” (trad=Salute intestinale e acidi grassi omega-3” della dott.ssa Antje Rössler, dall’edizione speciale del decimo anniversario dell’ “Accademia di Immunologia & Salute intestinale”, parla del rapporto tra gli acidi grassi omega-3 e un tratto intestinale sano. Abbiamo riassunto per voi il contenuto dell’articolo.

Gli esseri umani per vivere a lungo termine hanno bisogno di energia sufficiente ogni giorno. Questa energia proviene dal cibo che ingeriamo con l’alimentazione. Solo se stomaco e intestino lavorano correttamente, le sostanze nutritive possono essere digerite e assorbite in modo adeguato. Le parti superiori dell’intestino tenue assorbono la maggior parte delle sostanze nutritive necessarie al nostro organismo. Cosa succede se questo non avviene? Le componenti non assimilate del tutto penetrano in sezioni più profonde, interferendo e disturbando l’equilibro intestinale.

Il giusto ambiente per i mitocondri

I mitocondri – le cosiddette centrali elettriche delle nostre cellule – sono un fattore per una corretta digestione.
Forniscono l’energia necessaria al funzionamento delle cellule e per svolgere il loro lavoro a turno, necessitano di vari micronutrienti come vitamine, minerali e oligoelementi. Per una condizione ottimale, il micro ambiente nello stomaco e nell’intestino deve essere sano. Ciò significa che il valore del pH deve stare in un intervallo fisiologico in modo che gli enzimi possano svolgere le loro funzioni e tutti i processi possano funzionare normalmente. Oltre al fabbisogno di un gran numero di micronutrienti, sono necessarie anche  fibre, proteine ​​e acidi grassi essenziali come gli acidi grassi omega-3. Un terzo fattore sono i cosiddetti entero-ormoni: gli ormoni presenti nostro tratto gastrointestinale. Sono più di venti le sostanze messaggere adibite alla  digestione e l’assorbimento dei nutrienti. Anche gli ormoni enterici hanno bisogno di nutrimento e qui entrano in gioco gli acidi grassi omega-3 EPA e DHA: sono essenziali e sono necessari per la produzione degli ormoni.

EPA e DHA come fattori nella regolazione dell’infiammazione

Oltre al loro ruolo importante nella digestione, EPA e DHA hanno un ruolo fondamentale nella regolazione delle infiammazioni. Da un lato sono la sostanza di partenza per la formazione degli eico-sanoidi, gruppo di sostanze simili agli ormoni che controllano il nostro sistema immunitario, il sistema nervoso centrale e quello cardiovascolare. Dall’altro, influenzano il sistema immunitario innato e quindi impediscono un’attivazione permanente della cascata infiammatoria. Una disfunzione del tratto intestinale è di solito accompagnata anche da processi infiammatori, per cui gli acidi grassi omega-3 hanno un ruolo rilevante durante la terapia.

Studi recenti mostrano che gli acidi grassi omega-3 influiscono anche sul microbioma – l’insieme di vari microrganismi nel nostro intestino crasso. La composizione di questo microbioma può essere influenzata e alterata da uno stile di vita non sano, dalla dieta, dall’inquinamento ambientale, dalle malattie e da molti altri fattori. Gli studi preliminari hanno dimostrato che la somministrazione di EPA e DHA può anche avere un’influenza sui batteri e sulla loro attività metabolica. In questo modo, si può ripristinare un microbiota intestinale (flora intestinale) salutare.

Deficit acidi grassi omega-3 di origine marina

Purtroppo, ad oggi la popolazione occidentale ha una considerevole carenza di acidi grassi omega-3 marini. Un dato chiave a nostra disposizione è l’indice di omega-3, la percentuale di omega-3  presente nelle nostre membrane cellulari. L’intervallo ideale è dell’8 – 11 %. Per compensare questo deficit, di solito è necessaria un’assunzione giornaliera di almeno 2.000 mg di EPA e DHA. Tuttavia, affinché gli acidi grassi possano essere assorbiti dall’organismo, deve sussistere una capacità digestiva adeguata. Va sottolineato che una pura somministrazione di acidi grassi omega-3 non può curare il complesso sistema intestinale, ma rappresenta una componente essenziale della terapia da seguire.

Conclusione

In presenza di disturbi intestinali, specialmente processi infiammatori o infiammazioni silenti, la digestione è possibile solo in misura limitata. Una problematica in particolare sorge in caso di deficit surrenale causato da stress permanente. Si forma troppo poco acido gastrico per la pre-digestione, mancano sufficienti enzimi pancreatici e segue una carenza o squilibrio dell’acido biliare, che favorisce la formazione di calcoli biliari. Ne risente anche la mucosa intestinale perché le importanti barriere di protezione chimico-fisiche costituite da mucina, peptidi antimicrobici, immunoglobuline secretorie A e molti altri fattori esistenti, non mantengono la loro integrità e funzionalità in modo efficiente. Di conseguenza, vi è una maggiore permeabilità delle barriere e, a lungo termine, seguono infiammazioni più gravi, che a loro volta possono essere associate a un aumento del tasso di intolleranza e alla formazione di anticorpi. Un esempio di tutto ciò è la nuova entità della sensibilità al glutine che registra fino un massimo di 80 comorbidità (coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo) oltre ai classici sintomi come diarrea e costipazione.

Cosa bisogna considerare quando si assumono gli acidi grassi omega-3? 

Gli acidi grassi a catena lunga devono essere assorbiti in modo che possano svolgere le loro funzioni! L’assorbimento nel flusso sanguigno dipende dalla presenza di sali biliari sufficienti e da una funzione pancreatica sana con secrezione di lipasi. Pertanto, si consiglia vivamente di assumerli durante un pasto. Nell’intestino tenue, dopo la formazione di micelle, gli acidi grassi vengono assorbiti dalla mucosa. Un controllo dello status quo della mucosa dell’intestino tenue è possibile attraverso un’analisi estesa e non invasiva delle feci. In questo modo si può monitorare lo stato di salute e abbinare in modo ottimale l’utilizzo degli acidi grassi Omega-3.

Sull’autrice:
PhDr. Antje Rössler, MSc. ha lavorato sul campo con i clienti per 33 anni. Per 20 anni è stata impiegata nelle farmacie pubbliche tedesche. Dal 2008, è libera professionista e direttrice dell’Accademia di Immunologia e Salute Intestinale di Hamm (Akademie für Immunologie und Darmgesundheit®)