Omega-3 per quanto tempo? (con video)

Gli omega-3 sono nutrienti essenziali per il funzionamento del nostro organismo e, quindi, come la le vitamine e i minerali vanno assunti regolarmente, dalla nascita alla quarta età, indipendentemente dalla fonte (cibo o integratori alimentari) ma sempre prestando attenzione alla qualità del cibo o del prodotto assunto. Va aggiunto che gli omega-3 andrebbero assunti anche prima della nascita. In effetti, nelle donne in stato di gravidanza che assumono omega-3 a sufficienza, nei neonati si diminuisce il rischio, ad es., di allergie, asma, dermatiti.

 
 

Cos’è l’indice degli omega-3? (con video)

L’indice degli omega-3 rileva il contenuto di EPA e DHA rispetto al contenuto totale di acidi grassi presenti nei globuli rossi. Questo indice fornisce ottime informazioni sulla situazione di apporto individuale di omega-3 il cui valore ideale dovrebbe essere compreso tra l’8 e l’11%. Un indice di omega-3 troppo basso è un fattore di rischio per malattie cardiovascolari e per infiammazioni sistemiche. Per conoscere il proprio indice di omega-3 o per sapere se si ha o meno una carenza di omega-3, è possibile effettuare un’analisi del sangue presso un laboratorio specializzato (o tramite dei kit di analisi da utilizzare in casa ed inviare poi a laboratori specializzati).

 

Quali sono i benefici degli omega-3 per il colesterolo? (con video)

Se è ben nota l’azione degli omega-3 sui trigliceridi, l’azione sul colesterolo è trascurabile. Gli omega-3 pertanto non sono un valido alleato per i soggetti che soffrono di ipercolesterolemia, sebbene esercitino un effetto positivo per l’apparato cardiovascolare anche nei soggetti con colesterolo elevato.

 
 

Quali sono i benefici degli omega-3? (con video)

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) afferma che EPA e DHA, a partire da un consumo giornaliero di 250 mg, possono contribuire al normale funzionamento del cuore. Il DHA, a partire da un consumo giornaliero di 250 mg, contribuisce allo sviluppo e al mantenimento della normale funzione visiva e cerebrale (entra nella costituzione della retina e della membrana delle cellule cerebrali). Per questo aspetto, è fondamentale anche in gravidanza, nei lattanti, nei bambini e nella terza e quarta età, dove contrasta il declino delle funzioni cerebrali. Un’assunzione giornaliera di EPA e DHA compresa tra i 2 e i 3 g al giorno, contribuisce alla riduzione dei livelli dei trigliceridi nel sangue anche del 30% e della pressione sanguigna da -2 a -4mmHg. A tal proposito, gli studi epidemiologici ci dimostrano che ridurre la pressione arteriosa anche di soli 2 mmHg determina una riduzione del rischio coronarico del -7% e di quello d’ictus del 10%. La letteratura scientifica, infine, evidenzia il possibile ruolo degli omega-3 anche in varie condizioni quali alterazione della glicemia, miglioramento del recupero muscolare nello sportivo, la sindrome premestruale, le malattie intestinali, la prevenzione di sviluppo di allergie nei bambini, l’asma, le patologie autoimmuni come ad esempio la psoriasi e la tiroidite di Hashimoto, il supporto al malato oncologico, la sindrome ADHD nei bambini.

 

Gli omega-3 aiutano davvero? (con video)

Numerosi studi dimostrano chiaramente come gli omega-3 siano importanti per la nostra salute e aiutino a contrastare fattori di rischio cardiovascolare come l’ipertritrigliceridemia e, parzialmente, l’ipertensione arteriosa, oltre ad essere di supporto nel curare diverse malattie. Non sempre però gli studi hanno dimostrato il beneficio della riduzione degli eventi vascolari (infarti, ictus). Ciò perché diverse volte non è stato misurato il livello di omega-3 presente nel sangue dell’individuo all´inizio e alla fine dello studio, indicazione fondamentale per valutare l`efficacia della supplementazione. Non sempre inoltre sono stati condotti studi ai giusti dosaggi (2-4 g al dì) e condotti per un tempo prolungato (almeno 3 anni). In questi casi i benefici sono stati evidenti e significativi. E, in effetti, se con Paracelso la dose fa il veleno, nel caso degli omega-3 è anche vero che fa l’effetto.

Quali sono le fonti di omega-6, quali sono gli alimenti ricchi di omega-6? (con video)

Gli omega-6 si trovano nella carne e nella frutta secca. Ma soprattutto sono contenuti negli oli vegetali, ad esempio nell’olio di girasole, nell’olio di mais e di arachidi. Gli oli vegetali ricchi di omega 6 vengono spesso usati a livello industriale per la realizzazione di prodotti da forno e snack come le fette biscottate, i biscotti, i grissini, i cracker, i croissant, le torte, merendine e creme spalmabili.

Quali sono le fonti di omega-3, quali sono gli alimenti ricchi di omega 3? (con video)

I due acidi grassi omega-3 particolarmente attivi dal punto di vista metabolico, e quindi i più importanti, si chiamano acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA) e sono contenuti in modo particolare nei pesci grassi d‘acqua fredda (salmone, aringa, sgombro, acciuga). Inoltre, EPA e il DHA si trovano nei piccoli crostacei che vivono in acque fredde (krill) e nelle alghe. Un terzo acido grasso omega-3 importante si chiama ALA (acido alfa linolenico), considerato però quello metabolicamente meno attivo. È presente in abbondanza per esempio nell’olio di lino e nelle noci e, in misura minore, nei legumi, cereali e vegetali, soprattutto nella verdura a foglia verde come gli spinaci. Da questo acidi grasso, attraverso un allungamento della sua catena, si ricavano gli acidi grassi omega-3 EPA e DHA. La capacità di produzione di questi ultimi da parte dell’organismo umano però, è estremamente limitata. EPA e DHA vanno quindi introdotti con l’alimentazione e la supplementazione.

 

Quali sono le funzioni degli omega-3 e degli omega-6 qual è il rapporto ideale?

Gli acidi grassi omega-3 e omega-6 hanno funzioni opposte: i primi hanno un effetto antinfiammatorio, riducono i trigliceridi e possono ridurre la pressione arteriosa, seppur solo lievemente, mentre i secondi attivano l’infiammazione e possono aumentare la pressione. Quindi, sembrerebbe che, al contrario degli acidi grassi omega-3, le funzioni degli acidi grassi omega-6 siano tutte sostanzialmente sfavorevoli per l‘organismo. Tuttavia, le proprietà apparentemente negative degli acidi grassi omega-6 sono comunque importanti per il nostro organismo e, in alcuni casi, addirittura vitali. Alludiamo alle reazioni infiammatorie che sono fondamentali per eliminare i batteri ed entrare nei processi che portano alla guarigione. Se questo processo venisse eliminato, le infezioni si verificherebbero più facilmente e sarebbero più gravi. Pertanto, scientificamente, è più corretto parlare di rapporto tra acidi grassi omega-6/omega-3: quello ideale deve essere di 3/1. Oggi, però, si verifica spesso uno squilibrio tra i due tipi di acidi grassi nella dieta che raggiunge un rapporto alimentare di 15/1 e oltre. Ciò perché spesso assumiamo cereali ad alto contenuto in omega 6 (grano 14:1, segale 11,5:1, mais 29:1) oppure carni, salumi, uova e prodotti lattiero-caseari provenienti da allevamenti alimentati a mais e soia (anziché a erba o semi di lino) oppure di cibi pronti, ricchi di acidi grassi omega-6, oppure pesci d’allevamento che contengono meno acidi grassi omega-3. L’obiettivo non è eliminare dalla nostra dieta gli alimenti con omega-6 (una dieta sana deve comprendere, nelle giuste quantità e proporzioni, tutti gli alimenti), ma riequilibrare il rapporto omega-6/omega-3.

Omega-3, che cosa sono? (con video)

Gli omega-3 (meglio definiti come acidi grassi omega-3), sono dei grassi polinsaturi necessari per la salute. Si tratta di nutrienti fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo che, però, non siamo in grado di produrre autonomamente (per questo sono definiti essenziali) e, pertanto, vanno introdotti tramite l’alimentazione. I più rilevanti per la salute sono gli omega-3 acido alfa-linolenico (ALA), acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA). L’ALA si trova soprattutto nell’olio di lino e nelle noci. Da questo acido grasso, attraverso un allungamento della sua catena, si ricavano gli acidi grassi omega-3 EPA e DHA. Ma tale produzione è estremamente limitata e, come già accennato, questi omega-3 vanno introdotti con l’alimentazione.

Va bene se prendo l’olio di lino?

Sì, va benissimo. Ma se ci si aspettano effetti preventivi o terapeutici, l’olio di lino purtroppo non è sufficiente. L’olio di lino contiene l’acido grasso omega-3 ALA. Gli omega-3 più importanti per la nostra salute, perché vengono effettivamente assorbiti dall’intestino, sono EPA e DHA. In effetti, il nostro corpo può convertire ALA negli acidi grassi omega-3 EPA e DHA, ma solo in una bassa percentuale. Il tasso di conversione in EPA è al massimo del 10%, quello in DHA vicino allo 0%. L’olio di lino, l’olio di canapa, l’olio di colza o i semi di chia sono quindi un buon complemento agli acidi grassi omega-3 marini derivanti da pesce e alghe, ma purtroppo non un buon sostituto.

Se si rifiuta l’olio di pesce per motivi ecologici, etici o altro, l’unica alternativa possibile è l’olio di alga.