Studio osservazionale NORSAN
Aumento dell’indice omega-3 negli eritrociti attraverso l’integrazione di omega-3 con NORSAN Omega-3 Total (olio di pesce)
Premessa:
Gli acidi grassi omega-3 EPA e DHA hanno proprietà antinfiammatorie e sono importanti per lo sviluppo e la funzione degli organi centrali come il cervello e gli occhi. Un basso indice di omega-3 è un forte indicatore per lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Una pubblicazione scientifica di Albert et al. conclude che ci si può aspettare una riduzione del rischio fino al 90% per la morte cardiaca improvvisa con un alto indice di omega-3 (sopra l’8%) rispetto a un basso indice di omega-3 (sotto il 4%).1,2
Tuttavia, gli effetti positivi sulla salute sono messi in dubbio da alcuni studi scientifici. Questo non è sorprendente, poiché vari fattori sono decisivi per l’assorbimento degli acidi grassi omega-3. Questi includono il dosaggio corretto, la struttura chimica degli acidi grassi omega-3 (naturali vs. sintetici), l’effettivo assorbimento nel corpo e la qualità dell’olio di pesce utilizzato.
La confusione è dovuta essenzialmente al fatto che l’integrazione di omega-3 non ha necessariamente l’effetto desiderato sull’indice omega 3.3 Lo studio osservazionale NORSAN dimostra scientificamente il cambiamento dell’indice di omega-3 attraverso l’uso di NORSAN Omega-3 Total.
Metodologia:
Il medico supervisore ha informato dei pazienti maschi e femmine di età superiore ai 18 anni sulla possibilità di partecipare. Il prerequisito per la partecipazione era una precedente analisi degli acidi grassi. I pazienti che avevano assunto un prodotto omega-3 negli ultimi 3 mesi sono stati esclusi. Il periodo dello studio osservazionale è stato fissato a 4 mesi (periodo di tolleranza da 3,5 a 5 mesi). Durante questo periodo, i pazienti hanno assunto 8 ml di NORSAN Omega-3 Total al giorno, che corrisponde a un dosaggio di 2 g di omega-3. Dopo 4 mesi, è stata effettuata una nuova analisi degli acidi grassi ed è stato controllato l’HS-Omega-3 Index® (indice omega-3). Sulla base dell’analisi degli acidi grassi effettuata all’inizio e alla fine dello studio osservazionale, è stato possibile valutare statisticamente i risultati.
Risultato:
In media, l’indice omega-3 è aumentato del 61% da un valore di 5,2% a un valore di 8,4 %. In 20 dei 33 pazienti, l’indice omega-3, alla fine del periodo di osservazione era nell’intervallo ottimale di ≥ 8 %. Solo in 6 pazienti non si è potuto osservare alcun aumento o solo un leggero aumento dell’indice omega-3. Questo potrebbe essere dovuto a un’assunzione incoerente durante il periodo di osservazione.
Nota:
Per un risultato rappresentativo, bisogna attendere e valutare altri risultati. Questa panoramica rappresenta una valutazione intermedia (a partire dal 30 aprile 2020).
Fonti:
1. Clemens von Schacky. Omega-3 fatty acids in cardiovascular disease; Prostaglandins, Leukotrienes and Essential Fatty Acids 92 (2015); 41–47.
2. William S. Harris. Omega-3 fatty acids and cardiovascular disease: A case for omega-3 index as a new risk factor; Pharmacological Research 55 (2007); 217–223.
3. Albert CM, Campos H, Stampfer MJ, Ridker PM, Manson JE, Willett WC, et al. Blood levels of long-chain n−3 fatty acids and the risk of sudden death. N Engl J Med (2002); 346: 1113–8